Eduardo Scarpetta
nacque a Napoli il 13 marzo del 1853 da
Domenico e da Emilia Rendina. La famiglia di Eduardo abitava in via Santa Brigida e
Domenico era Ufficiale di prima classe degli affari
ecclesiastici. Eduardo inizia molto
presto a praticare il mondo del teatro, è ancora un giovanetto quando la madre firma per
lui il primo contratto, al San Carlino, con l'impresario Salvatore Mormone. Al San
Carlino, Eduardo, conosce ed entra in compagnia di Antonio Petito e, all'età di 24 anni,
sarà chiamato a sostituirlo. Al teatro San Carlino Eduardo operò la sostituzione della
maschera del Pulcinella con quella, da lui creata, di Felice Sciosciammocca. Da quel
momento il San Carlino diventa sinonimo di Sciosciammocca e teatro di numerosi successi.
Il pubblico va in delirio assistendo alle pochade francesi tradotte, con infinita abilità
da Scarpetta. Il repertorio francese comprende opere di Hennequin, Meylhac, Labiche e
Feydeau e sarà oggetto di una lunga serie di riduzioni da parte di Eduardo Scarpetta.
Dopo aver ristrutturato il San Carlino (chiuso dalla moglie di Silvio Maria Luzi), cosa
che avvenne nel 1880, Eduardo regnò, incontrastato, nel panorama teatrale napoletano. Il
12 marzo del 1884, purtroppo, il teatro San Carlino fu abbattuto e, dopo 5 mesi, il 13
agosto del 1884 Scarpetta si trasferì al Fiorentini, poi al Fondo (Mercadante) ed infine,
dopo un'altra parentesi al Fiorentini, al teatro Sannazaro dove, la sera del 10 ottobre
del 1910 recitò la sua ultima opera: 'O miedeco d''e pazze. La vita di Scarpetta fu
abbastanza movimentata e ricca; il 16 marzo del 1876 sposa Rosa De Filippo, dal loro
matrimonio nascono tre figli, Domenico detto Mimì (che qualcuno malignò che fosse frutto
di una relazione tra Rosa De Filippo ed il Re Vittorio Emanuele II), Maria (Mascaria,
attrice ed autrice) e Vincenzo (anch'egli attore). Dalla relazione extra-coniugale con
Luisa De Filippo (figlia di Luca, fratello di Rosa De Filippo) nacquero Titina,
Eduardo e Peppino.
Eduardo Scarpetta, ritiratosi dalle scene, morì il 29 novembre del 1925, all'età di 72
anni, lasciando, oltre ad un gran numero di commedie, un vuoto incolmabile nel mondo del
teatro.
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