Gaetano di Maio
è nato a Napoli il 18 agosto 1927. Debuttò
come
scrittore nel 1948, a soli ventun'anni, dopo la scomparsa del padre Oscar, autore e attore
di celebri sceneggiate. Il suo primo testo fu Core 'e zingara. Per molti anni fu autore
delle maggiori compagnie napoletane e si esercitò anche come autore di canzoni
partecipando con successo ai Festival della canzone napoletana. Compì il salto di qualità nel 1963 scrivendo, per Nino Taranto, allora all'apice della sua carriera, la
commedia Avendo potendo pagando (ora edita dalle edizioni Bellini) che riscontrò in tutt'Italia un grandissimo successo. Ancora per Nino Taranto, negli anni successivi,
compose la serie Michele Settespiriti, cinque atti unici per la RAI. In seguito, per quasi
dieci anni di Maio tornò al suo vecchio lavoro e non volle lasciare la sua città. Nel
1972 debuttò al Teatro Sannazaro di Napoli con La Fortuna ha messo gli occhiali, commedia
che sarà ripresa, con varie modifiche, nella stagione '88-89 col titolo 14 'o pittore e
22 'a pazza. Ma il grande, straripante successo lo ebbe con Mpriestame a mugliereta
(Prestami tua moglie), liberamente tratta da Carlo Guarino in collaborazione con Nino
Masiello per la grande regia di Giuseppe De Martino. La commedia fu replicata per duecento
sere e presentata in seguito a Parigi da un noto mimo, Jacques Fabri. Fu accolta con
qualche perplessità la più complessa ed importante Nu paese mmieze 'e guaie (Un paese
nei guai). Ripresa e modificata nella stagione '89-90 col titolo E' asciuto pazzo 'o
parrucchiano (E' impazzito il parroco) ebbe un grande successo di pubblico e di critica e
fu tradotta in siciliano dalla compagnia Angelo Majo. In quegli stessi anni una compagnia
di giovani, fra i quali il nipote Oscar di Maio, mise in scena Le furberie di Scapino di
Moliere con il titolo Le trovate di Minichiello, adattata per l'occasione dal di
Maio.
Ma i successi di Gaetano di Maio sono tanti da rendere impossibile una completezza di
informazione. Ma non si possono dimenticare il giallo comico noir Il morto sta bene in
salute, rappresentato per la prima volta da Ugo D'Alessio, Luisa Conte, Michele Abbruzzo,
Carlo Taranto e ripreso nel 2001 da Enzo Cannavale e Rino Marcelli; la divertente e
umanamente impegnata Arezzo 29 in tre minuti (edita da Bellini), replicata recentemente al
teatro Bracco da Oscar di Maio, Caterina De Santis e Mario Brancaccio; la spettacolare
Lisistrata, rielaborazione vivace ed efficacissima del classico testo di Aristofane che
ebbe uno straordinario successo a Teatro Grande di Pompei. E, ancora, Angelarosa
Schiavone, che presenta tratti di alta drammaturgia accanto alla solita vena comica, fino
all'ultimo testo, Ce penza mammà, ampio rifacimento del testo del 1982, Letizia Corallo
con madre a carico. Importante testo, per complessità e ambientazione, che fu
interpretato prima da Luisa Conte e poi, dopo la scomparsa dell'autore, da Rosalia Maggio
per la Compagnia di Giacomo Rizzo. |